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Caivano, ora c'è anche il maggiordomo in fabbrica

Per i quasi mille dipendenti dello stabilimento Unilever presto una risorsa che per conto degli stessi addetti svolgerà piccole commissioni quotidiane a cominciare dal pagamento delle utenze

Un maggiordomo per gli operai della Unilever. Iniziativa unica nel Mezzogiorno all’Unilever di Caivano, partita grazie all’accordo con tutta la rsu della triplice, CGIL, CISL e UIL e e la dirigenza aziendale. Insieme per migliorare le condizioni dei lavoratori della meglio conosciuta ‘fabbrica del cornetto’. 900 lavoratori fissi, 200 part time circa e i 500 stagionali del sito di Caivano, le stime parlano di 165 milioni di litri di gelato a stagione, all’Unilever di Caivano si produce Algida.

Dunque sono stati ideati, seppur in fase di sperimentazione, la fruizione di alcuni servizi, primo tra tutti ‘il maggiordomo di fabbrica’. Una definizione bizzarra e dal sapore retrò, ma con un compito al passo con i problemi contemporanei che oggi si trovano ad affrontare gli uomini e le donne che operano nel maxi indotto industriale di Pascarola. Pagare le bollette, commissioni semplici, comprare quel litro di latte che proprio si è dimenticato all’ultimo minuto.

È sempre stato problematico coniugare vita domestica con i ritmi del lavoro. Un notevole peso di stress per gli operai, soprattutto le mamme, ma adesso sarà il ‘maggiordomo’ ad occuparsene. I responsabili dell’Unilever investono sulla felicità dei loro dipendenti. E’ stata progettata una ditta esterna che provvederà ad occuparsi della quotidianità delle famiglie degli operai. Sempre per migliorare il grado di serenità dei dipendenti sono stati ideati altri servizi, quali l’assistenza medico sanitaria in azienda, con uno psicologo. Un asilo nido aziendale e tanti altri benefit e sconti per l’acquisto di prodotti.

Commenta Raffaella Buonaguro, segretario generale Fai-Cisl: “Agire sulle risorse umane, orientandoli in processi di crescita può creare presupposti virtuosi non trascurabili, se paragonati alle difficoltà del momento”- aggiunge il segretario - Un welfare project, che impegna tutti e si colloca, leggendo le rispettive esigenze, come strumento di applicazione finalizzato a gestire esperienze alternative al tradizionale metodo di confronto. Lo sforzo futuro sarà orientato a perfezionare accordi bilaterali in chiave rinnovata, parallela. Solidale per aggiungere concretezza e benefici alla tradizionale azione contrattuale. Come sindacato, siamo chiamati ad andare in aiuto dei lavoratori, con scelte che rafforzano il potere di acquisto e al contempo inseriscono servizi che facilitano e permettono di vivere, in altro modo lo stesso mondo lavorativo, con le giuste sensazioni e il doveroso attaccamento al lavoro. L’esperienza fatta in quest’ azienda deve servire da esempio, posto che vi sono gli ingredienti giusti per strutturare meglio la contrattazione aziendale e di secondo livello”.

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